Non ho ancora guardato la nuova stagione di Ciao Darwin e l’UNICO motivo è che non ho avuto tempo.
Lo dico così, con l’enorme sincerità di chi ha accettato di far parte di quella categoria di persone che reputano affascinanti una serie di cose trash che normalmente, analizzate lucidamente, troverebbero politicamente ripugnanti.
La prima domanda, comuque, in ogni caso, pensando a Ciao Darwin e reality tv affini, considerati dallx intellettualonx come “tv spazzatura” resta un enorme perché?????
Tentando di rispondere a questo grande quesito, lo scorporerò in diversi piccoli perché e percome.
CONCORRENTI: perché?
Le persone che partecipano alla trasmissione accettano di partecipare consapevoli di quello che dovranno affrontare?
Facendosi un giro nel panorama televisivo italiano e una serie di domande bizzarre, la mia risposta è: nì.
Chi partecipa ad un reality acconsente all’essere ripresx, cedendo una parte del proprio fantomatico diritto alla privacy personale, inseguendo la possibilità di un compenso monetario e/o di una fama transitoria o più a lungo termine.
Voglio chiarire innanzitutto Ciao Darwin, sebbene si potrebbe dire il contrario guardando il meccanismo delle puntate e la struttura a punti, non è veramente un quiz. O meglio, non lo è solamente e non lo è soprattutto.
Il punto forte del programma non è il gioco, bensì i personaggi deliranti e le gaffe/gag che la loro partecipazione ai giochi fa venir fuori, in quella maniera spontanea ma orchestrata che esce così bene solo ai grandi maestri Mediaset. Di fatto, quindi, il programma è una specie di varietà, un carrozzone pieno di personaggi che vengono messi in situazioni surreali dando loro la possibilità di dare il meglio.
Se nelle prime edizioni è evidente che i personaggi vengono ridicolizzati totalmente ed unicamente a loro scapito, ho la sensazione che da un certo periodo storico in poi le cose siano cambiate: lx soggettonx sono diventatx consapevoli delle potenzialità della propria stranezza.
In un certo senso, risulta chiaro come adesso abbiano sviluppato una specie di coscienza del loro potenziale e di quanto questo sia capitalizzabile: mentre prima erano solo sfruttati e banalmente presi per il culo riempiendo unicamente le tasche di Bonolis, adesso lo sfruttamento in diversi casi è più o meno reciproco. Il reality è, infatti, un trampolino di lancio, una vetrina di visibilità che permette ai concorrenti di farsi vedere, sponsorizzando il proprio brand, che molto spesso coincide con sè stessx. Insomma, se diventi famosx o la tua fama si consolida grazie a Ciao Darwin, probabilmente adesso è meno accidentale di come poteva esserlo un tot di anni fa. Anzi, molto probabilmente la partecipazione al reality fa parte di un piano comunicativo più ampio e più a lungo termine.
Inutile dire che non penso che questa sia necessariamente una vittoria…come sempre il vostro papero resta perplesso ??? davanti certe cose.
IL PUBBLICO IN SALA: perché?
Una prima domanda potrebbe essere: perché il pubblico decide di andare in sala a guardare l’incredibile spettacolo dal vivo?
Le differenze con il pubblico da casa sono sostanzialmente due: il pubblico in sala è diviso per gender (ebbene sì, i FAMOSI due gender di cui sopra, il separatismo riparta da mediaset, le terf ripartano da mediaset ecc ecc) e ottiene l’imperdibile possibilità di votare per la squadra che preferisce, di fatto essendo parte integrante del meccanismo di gioco.
Per quanto riguarda il primo punto penso che il motivo per cui la cosa mi inorridisce sia cristallino; quindi non penso mi ci soffermerò.
Il secondo punto, invece, è più interessante.
Nonostante, come abbiamo già affermato, il gioco sia la parte meno interessante del programma, infatti, il pubblico in sala non vuole comunque privarsi del grandissimo lol che è vedere certe cose al vivo. Il programma è diabolicamente geniale anche sotto questo punto di vista e riesce a convincerti che l’ennesimo meccanismo inutile mangia soldi sia un’occasione imperdibile di essere parte di qualcosa.
Il pubblico in sala, infatti, è vittima di meccanismi di branco e di gamification perfettamente riusciti. Inoltre, lavora anche gratis per la produzione.
Negli anni, infatti, si sono create delle tradizioni non scritte che lx spettatorx affezionatx del programma hanno imparato a conoscere (e che sono tutte irrimediabilmente basate su una qualche forma di discriminazione delle minoranze, sessismo, misoginia ecc., OVVIAMENTE) e che finiscono per cercare all’interno delle puntate, in quanto ormai diventate grandi classici.
Sì, sto parlando del pubblico maschile col binocolo che fa finta di svenire quando Madre Natura fa la sua passeggiata e si gira per far vedere il culo.
In questi casi il pubblico in sala lavora gratis, anzi addirittura paga per lavorare.
Il pubblico in sala, inoltre è utile anche sotto un altro aspetto, a mio avviso il più importante: il ruolo di simulacro e, contemporaneamente, di anello di congiunzione.
Si posiziona idealmente in mezzo tra concorrenti e pubblico a casa, mediando tra essi presentandosi come simulacro di quest’ultimo, ma comunque rendendo manifesta la propria partecipazione specifica ai meccanismi della sala.
SPETTATORX: perché?
Che c’entra, quindi, il pubblico in sala con quello a casa?
Qui si presenta un bivio: se il pubblico in sala ti fa pena/schifo/cringiare lo trovi più vicino all’universo surreale trash dei concorrenti e lo schifi; se ti identifichi con il pubblico in sala sei cullatx dalla confortante consapevolezza che non sei la sola persona a fare esperienza del programma in quella maniera.
Nel primo caso c’è l’ennesima occasione di potersi sentire superiori alle altre persone, elevarsi non solo sopra allx concorrenti, ma anche sopra al pubblico in sala.
Insomma, la spocchia è oltre ogni misura.
Questa cateogoria di persone non avrà MAI la mia simpatia. Sono lx stessx che dicono di guardare i programmi monnezza “in maniera postironica”, come se questo lx rendesse migliori di tuttx noi cretinx che invece apparteniamo al popolino idiota che non è ancora scappato dalle lusinghe del tubo catodico.
Nel secondo caso, invece, sei una merda e sei liberx di esserlo perché il pubblico è merda almeno quanto te, quindi puoi stare tranquillx. L’effetto qui è quello della laugh track registrata messa sotto video di incidenti stradali: non ti senti in colpa a ridere se ridono pure loro…no?
Alla fine, quindi, lx spettatorx si dividono in:
chi lo guarda non ironicamente per osservare l’ennesimo spazio in cui si insultano le minoranze, si bullizzano le persone che divergono dalla norma, si oggettificano i corpi socializzati come donne; cioè chi lo guarda perché lo trova oggettivamente divertente a 0 layers
chi lo guarda in maniera “layerata”, dividendosi in:
- amanti del trash che ne riconoscono la componente di schifezza ma non possono fare a meno di guardarla ed analizzarla (mi identifico)
- persone vittime della retorica evoluzionistica/del falso pretesto antropologico su cui si basa il programma che pensano di star assistendo ad una brillante satira
L’ultimo punto, infatti, ci permette di aggiungere un altro aspetto a questa analisi: il finto scopo intellettuale. Anche in questo il programma si dimostra essere veramente brillante. Recuperando il pretesto antropologico di esperimento sociale dei primi tentativi di reality nella storia della tv italiana, porta avanti la retorica Darwiniana che ha fatto più danni e creato più apologia del capitalismo possibile immaginabile: la legge del più forte.
Lo show si basa, infatti, sull’assunto per cui avrebbe perfettamente senso immaginare alcune categorie umane che sarebbero, secondo parametri x, più o meno forti in termini evoluzionistici. Una delle due categorie si trova a soccombere quando messa davanti alle prove più deliranti e variegate, EVIDENTEMENTE mostrando la propria debolezza.
Ora, il VERO genio sta nel fatto che ovviamente nessunx dellx produttorx di Ciao Darwin crede davvero nella veridicità scientifica di un esperimento simile, TUTTAVIA Bonolis stesso si difende strizzando l’occhio a questa linea di pensiero, definendo il suo programma come qualcosa che «mostra i prodromi dell'apocalisse. Non esibiamo i mostri, quell'umanità esiste: è il vicino di casa.»
Insomma, non è colpa del programma se lx italianx sono trash, il programma dà solo loro modo di esibirsi in tutta la loro mostruosità. Il fantomatico specchio della realtà, no?
E non è nemmeno colpa del programma se è vero che là fuori, nel mondo capitalista, vince il più forte, no?
Insomma, c’è gente là fuori che crede davvero a questa roba. Molto probabilmente perché hanno paura di essere davvero l’italiano medio (maschile intenzionale).
Il programma dà invece loro la ghiotta possibilità di prendere le distanze dai VERI mostri e ridere di loro, elevandosi al di sopra di loro.
Io guardo Ciao Darwin e vedo davvero lo specchio della società. Ma non nellx concorrentx, non nel senso che la nostra società è piena di persone che non sanno in che anno è avvenuta la Prima Guerra Mondiale.
Vedo lo specchio della società nel modo in cui i corpi non conformi sono ridicolizzati, i corpi delle persone socializzate donne sono oggettificati e mercificati, le soggettività neurodivergenti considerate fenomeni da baraccone e il pubblico ride di loro perché si sente superiore.
Insomma, l’aspetto più interessante è, ahimè, ancora una volta…….il META :P
Nelle parole del nostro Bonolis nazionale:
«ITALIANI! Disertori dell’essere, collaborazionisti dell’apparire, i tempi e i mercati si trasformano ma il laboratorio antropologico culturale di Ciao Darwin è sempre vigile! Per analizzare i nostri mutamenti e sottoporli al giudizio del pubblico…perché la democrazia diretta l’abbiamo inventata noi!»
Stiamo a posto, no?????