La settimana enigmistica fa ancora ridere?
Su come ci siamo abituatx ad un certo "umorismo all'italiana"
Nell’assurdo caso in cui lx lettorx di questa newsletter non avessero ancora compreso che questo è lo spazio dove scarico articoli stranamente dettagliati sui miei interessi specifici…….eccoci con una bella riflessione sulla Settimana Enigmistica.
Nella casa dove sono cresciutx non è mai mancata la Settimana Enigmistica e, a riprova del fatto che la neurodivergenza è genetica, mio padre ha passato buona parte della mia infanzia ad assicurarsi che il mio interesse per i GIOCHI DELLA MENTE fosse adeguatamente incoraggiato e coltivato come se un giorno dovessi andare alle Olimpiadi di sudoku (e vincerle).
Io, da bravx bambinx prodigio (spoiler: era solo ADHD) ho sviluppato una sanissima ossessione per parole crociate, sudoku, linotipie, cornici concentriche ecc. ecc., assieme ad un vero e proprio CULTO per la Settimana Enigmistica nello specifico.
Come recita la copertina di ogni numero, infatti: “La rivista che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione!” è, in fin dei conti, INIMITABILE. Nessunx la fa come loro.
[Funfact: hanno potuto inserire questa scritta solo dopo aver censito 200 effettivi tentativi di imitazione…poi hanno smesso di contare]
Negli anni mi sono applicatx per riuscire a fare ogni gioco possibile e direi che, ad oggi, posso affermare di saper fare un po’ tutto…perché NULLA è più gratificante di applicarsi a qualcosa di totalmente inutile e weirdly specific in un mondo in cui tuttx ti dicono che bisogna monetizzare i tuoi interessi e che il tempo è denaro…..
L’ossessione è a tal punto che alla mia laurea ho ricevuto in dono (da una persona che evidentemente mi conosce MOLTO bene) un abbonamento annuale al Mese Enigmistico; versione mensile della Settimana: più spesso e con più giochi.
Quando ero più piccolx ho provato più volte a capire in che modo sarei potutx andare a lavorare per loro, ma ovviamente è una setta di maschi di mezz’età ed è semplicemente impossibile andarci a lavorare senza essere bho…parente di Bartezzaghi?? (non ironicamente il patriarca incontrastato, la rivista è passata al figlio letteralmente a mò di successione patrilineare)
Come sono cresciutx un pochino ho iniziato a capire che il fatto che la redazione della settimana enigmistica fosse una setta di uomini di mezz’età era se non evidente, almeno facilmente intuibile, dai contenuti della rivista; in particolare da quelli “UMORISTICI”.
Sapete benissimo a cosa faccio riferimento.
Il mio trope preferito è quello che riguarda il matrimonio; e, di conseguenza, la famiglia TRADIZIONALE.
[Rubriche più famose a questo proposito sono: La dolce metà…quante ne fa, La vita di Diego e Norma, La famiglia Belbelli]
Nella carrellata di immagini che vedrete raccolte alla fine dell’articolo riuscirete anche voi ad identificare i personaggi che emergono dalle varie scenette:
- MOGLIE
è una rompioglioni, spesso accusata di essere invecchiata troppo o troppo velocemente, vuole solo i soldi e non dimostra più quell’amore che ha promesso di dare il giorno delle nozze, ma è diventata acida nei confronti del povero marito
- MARITO
è un simpatico buontempone nullafacente, che si lamenta dalla moglie e che GIUSTAMENTE ne vorrebbe una più giovane e amorevole, nonostante lui sia totalmente inutile in casa e oggettivamente l’uomo più mid sulla faccia della terra
ogni suo fallimento viene rappresentato come simpatico quirk…insomma, se la scampa ogni volta, qualsiasi cosa dica/faccia
di conseguenza, questi personaggi si traducono a domino sulla prole, che è così composta:
- FIGLIA
rompe i coglioni come la madre e vuole solo i soldi
- FIGLIO
ha la testa fra le nuvole, è destinato ad essere un padre assente proprio come quello che l’ha cresciuto
Il ritratto che si fa del matrimonio è, comunque, sempre inequivocabilmente quello di un vincolo infelice: i personaggi vengono mostrati sempre alla ricerca di qualche compromesso o sotterfugio per farlo “funzionare” o per trarne il “meno peggio”.
Vi ricorda qualcosa? Ah sì, il 100% dell'umorismo patriarcale su cui l’Italia ha basato il 98% dei film comici da quando esiste il cinema ad oggi….
E niente…è probabile che a questo punto vi siano balenate in mente una di queste obiezioni (a cui risponderò perché sono un papero puntiglioso a cui piace giocare d’anticipo):
- Sono solo vignette cringe da boomer, è per quello che non ti fanno ridere!
Allora innanzitutto bold of you to assume che non mi facciano ridere le boomerate…
POI vorrei specificare che utilizzare la categoria di cringe in questo caso potrebbe, come in molte occasioni in cui viene utilizzata, banalizzare il discorso e appiattire la sua complessità. La categoria di cringe così utilizzata ci impedisce di specificare che il problema delle battute non sta nella loro mancata comicità, ma nella loro perfettamente riuscita misoginia.
Ciò che viene messo sotto esame, infatti, non è tanto la funzionalità dell’umorismo e la riuscita delle gag proposte dalle varie vignette, quanto più i contenuti - neanche troppo - subliminali che esse veicolano.
Il fatto che alcune non facciano ridere, poi, può sicuramente costituire un’aggravante di cattivo gusto; ma, dato che non salverei una vignetta misogina solo perché mi fa ridere, allo stesso modo, non terrei in considerazione la riuscita della battuta in un’analisi che vuole essere più politica che altro.
- Ci sono cose più importanti di cui parlare, cose che impattano di più la nostra vita!
Sì, e QUINDI?
Siamo innanzitutto perfettamente in grado di occuparci di più cose contemporaneamente (e qualora non lo fossimo verrebbero da farsi una serie di domande riguardo questa millantata intersezionalità di cui tuttx parlate, ad esempio…).
In secondo luogo, credo che l’immaginario ironico dell’Italia giochi un ruolo fondamentale, al pari della morale cristiana, nel perpetrare discriminazioni ed oppressioni soprattutto di genere.
Ciò che screditiamo come pura ironia è spesso una maschera dietro cui si celano i veri valori misogini che la società italiana fa davvero fatica ad abbandonare.
L’ironia ha potere normativo; e, per questo, ha anche potere trasformativo e generativo, se posta nelle mani giuste.
- Vabe ma che ti aspetti dalla Settimana Enigmistica…
Niente, di fatto. Ma questo non mi vieta di lamentarmi.
Il fatto che le cose “siano sempre state così” non significa che debbano continuare ad esserlo. Il potere sovversivo delle proposte di cambiamento radicale è proprio questo.
Eliminare le vignette misogine dalla Settimana Enigmistica significherebbe togliere ai boomer e ai maschi bianchi cis misogini razzisti sessisti e tutto quanto, una delle loro ancore, uno spazio di comfort. E io posso solo godere se ciò accade.
In questo senso, vorrei che fossimo transfemministicamente delle piante infestanti, dei rami di edera, e che entrassimo con prepotenza in quelle istituzioni non solo statali, ma anche intellettuali, che sorreggono l’immaginario e la realtà di questo paese. Ha senso che la ramificazione sia quanto più ampia possibile, per garantire il massimo risultato.
Se cambiare la direzione misogina e sessista delle vignette della Settimana Enigmistica sembra poco, posso assicurarvi che non lo è.
Ogni voce conta e ogni cambiamento che riusciamo a portare a termine è una vittoria.
Non per cambiare le cose dall’interno, ma per rompere tutto
(specialmente, come sempre, i coglioni).
Detto ciò……SPLENDIDA CARRELLATA:






